CAPITOLO 6

Mi svegliai alle 11.00 del mattino seguente per colpa del cellulare, che stava squillando.
Numero privato.
Ero ancora nel mondo dei sogni, ma mi feci forza e allungai il braccio verso il comodino e presi in mano il telefono.

«Pronto?» lo dissi con una voce assonnata, poco convinta.
«Ciao.»
Potete dire «ciao» quante volte volete, in tutti i toni che riuscite a riprodurre, ma vi assicuro non riuscirete mai a emulare quel saluto così sensuale, così dolce, così genuino.

Non ero in me, ero ancora troppo stanco per realizzare. Eppure nel giro di un millesimo di secondo sapevo chi fosse la ragazza che mi aveva salutato dall’altra parte del filo.
Era Beyoncé.

Solo settimane dopo scoprii come aveva avuto il mio numero, ma in quel momento non ci feci neanche caso. Agii come se svegliarsi di soprassalto la mattina e rispondere al telefono alla diva numero 1 al mondo fosse la cosa più naturale del mondo. E – credetemi – lo era.
«Ciao… sei tu?» chiesi, mille volte più sveglio di prima.
«Sì, sono io, Beyoncé. Ti disturbo?»
«Disturbo…? No! Dimmi… dimmi tutto.»
«Ieri sera non riuscivo a toglierti gli occhi di dosso, lo sai?» mi disse lei.
Pausa di silenzio.
«Ehm… dici sul serio?»
Quante volte avevo sognato di poter parlare con Beyoncé! Quante cose le avrei voluto dire! E ora agivo da stupido dicendo un mucchio di inutilità!
«Sì, sul serio. Sei speciale. Il modo in cui cantavi, il modo in cui alla fine ti sei emozionato, lasciavano intendere che hai tanto da raccontare.»
«Ehm…» fu tutto quello che riuscii a dire.
«Ho deciso di selezionarti come fan d’onore per i prossimi due mesi. Voglio che mi spieghi bene cosa ti esprimono le mie canzoni, voglio che mi aiuti a raggiungere un nuovo stadio della mia carriera… non subito, ovviamente! Quello che intendo dire è che io lavoro con persone che godono di un’esperienza incredibile, e a volte avrei bisogno di una persona che non ha mai visto questo mondo, una persona che mi consigli d’istinto e non pensando al portafogli.»
«Wow. Non ho parole.»
«Ah, ah,» rise. «Ancora qualche giorno e ti ci abituerai. Hai carta a penna a portata di mano…?»
«Certo.» dissi correndo verso la mia scrivania.
«Allora segnati il mio numero. É…»

To Be Continued…

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